Reddito d’inclusione: requisiti e modalità di domanda.

GENERICA-POVERTADal 1° dicembre 2017 sarà possibile richiedere il Reddito d’inclusione che consiste in un contributo economico erogato alle famiglie che versano in condizione di povertà e finalizzato al perseguimento di obiettivi quali il re-inserimento lavorativo, la tutela della salute o il garantire la frequenza scolastica.

Possono accedere al contributo i cittadini italiani, gli appartenenti ad uno Stato membro dell’Unione Europea o i familiari di un cittadino comunitario anche se non hanno cittadinanza in uno Stato dell’UE, purché appartengano ad un nucleo familiare che risponda ai seguenti

REQUISITI FAMILIARI:

  • nel nucleo familiare sia presente un componente di minore età;
  • oppure una persona con disabilità e almeno un suo genitore o tutore;
  • oppure una donna in gravidanza;
  • oppure un componente della famiglia che, avendo almeno 55 anni compiuti, si trovi in condizione di disoccupazione;

ed ECONOMICI:

  • il nucleo familiare deve avere un valore ISEE non superiore a 6000,00 euro;
  • un valore ISRE non superiore a 3000,00 euro;
  • fatta eccezione per la casa di abitazione, non possedere immobili per un valore superiore a 20000,00 euro;
  • il saldo del conto corrente e di eventuali titoli non deve superare i 10000,00 euro se il nucleo familiare è di 3 o più componenti, 8000,00 per soli 2 componenti, 6000,00 per un solo componente.

Non si deve inoltre usufruire della NASPI, non avere autoveicoli o motoveicoli immatricolati da meno di 24 mesi (a meno che non siano adibiti al trasporto disabili) e non si devono possedere imbarcazioni da diporto.

La domanda può essere fatta dal 1° dicembre 2017 compilando l’apposito modulo INPS scaricabile al seguente link:

https://www.inps.it/CircolariZIP/Circolare%20numero%20172%20del%2022-11-2017_Allegato%20n%202.pdf

e presentandolo presso gli uffici del Comune o Municipio di competenza.

Fonti:

https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=51383

https://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fCircolari%2fCircolare%20numero%20172%20del%2022-11-2017.htm

https://www.inps.it/CircolariZIP/Circolare%20numero%20172%20del%2022-11-2017_Allegato%20n%202.pdf

 

 

16enne affetta da Osteogenesi Imperfetta brutalmente picchiata.

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Nella cittadina di Warren nel Michigan una ragazza, Deszirae Jenkins, di 16 anni affetta da Osteogenesi Imperfetta è stata aggredita, secondo i familiari da 2 coetanei che conosceva e che sapevano della sua particolare condizione fisica. L’Osteogenesi  Imperfetta è una patologia che comporta fragilità ossea superiore alla norma: la ragazza, colpita con un mattone sul volto e su altre parti del corpo, ha riportato numerose fratture e i medici del Children’s Hospital of Michigan stanno valutando eventuali danni neurologici.

Se fosse confermato che gli aggressori erano a conoscenza della fragilità ossea di Deszirae, risulterebbe sconcertante dal punto di vista umano l’accaduto e aggraverebbe, sotto il profilo giuridico, la loro posizione.

La notizia, diffusa inizialmente dall’emittente WXYZ di Detroit, si è propagata in tutta la comunità OI a livello statunitense ed internazionale tramite il gruppo Facebook della Osteogenesis Imperfecta Foundation, raccogliendo centinaia di messaggi di supporto morale e di solidarietà, nonché lanciando una raccolta fondi per sostenere la sua tutela legale.

In considerazione del fatto che molto spesso la società americana, nel bene e nel male, anticipa le tendenze di quella italiana e alla luce delle recenti vicende di minacce ed insulti rivolti sul web a donne disabili o dell’atto di vandalismo del 31 ottobre scorso, caratterizzato in senso nazifascista sul pulmino dell’ANFASS di Mestre, la tragica vicenda di Deszirae ha una forte attinenza con la realtà nostrana e deve fungere da monito per far elevare il livello di allerta al fine di prevenire un’escalation di violenza dal livello cyber-psicologico a quello fisico.

Tutti questi episodi di violenza hanno moventi non ancora esplicitati tuttavia è possibile azzardare l’interpretazione secondo la quale l’intolleranza è una risposta alla ricerca di inclusione sociale e al volere vivere normalmente aldilà degli stereotipi che vorrebbero la persona con disabilità emarginata, triste e remissiva. Socializzare, flirtare con persone non disabili, gioire della vita, impegnarsi nelle attività culturali e sociali, ambire al successo professionale e alla realizzazione anche come genitori, pur essendo tutti diritti sanciti dalla Convenzione ONU (che peraltro gli Stati Uniti non hanno ancora ratificato), vengono vissuti da molti come comportamenti inappropriati per una persona con disabilità e scatena sentimenti di rabbia che sfociano in veri e propri atti di violenza.

La prevenzione sta nel ribadire i diritti delle persone con disabilità e di tutti/e!