Chi pensa che nel nostro Paese ci sono troppi immigrati e questo determina criminalità, degrado e rischio terrorismo, dovrebbe riflettere sul fatto che la migliore forma di controllo sociale, sicurezza ed armonia è determinata dal dare risposte ai bisogni delle PERSONE. Persone appunto non merci, né bestie, persone che da 4 anni, con fatica si sono integrate nella comunità, mandano i loro bimbi a scuola (sarà questo uno dei problemi?).
La violenza con la quale è stata sradicata una piccola comunità di persone che hanno ottenuto protezione ed accoglienza da parte dello Sprar (sistema di protezione di richiedenti asilo e rifugiati gestito dagli enti locali con fondi del Viminale) racconta la storia di uno Stato nel quale tutte le regole stanno saltando e si sta spalancando un baratro tra la società e le istituzioni.
E’ proprio nelle comunità avulse dal contesto sociale e abbandonate a loro stesse, in cui è venuto meno ogni senso di appartenenza verso il Paese ospitante, che le organizzazioni terroristiche e criminali possono trovare base logistica o reclutare persone cariche di rancore per le persecuzioni subite.
Se l’intento dello sgombero era quello di allontanare un pericolo da obiettivi sensibili (CSM e redazione romana de “Ilsole24ore”) vale la pena ricordare che l’attentato di Barcellona era stato preparato a 100 chilometri di distanza. Poco tempo prima nell’immobile di via Curtatone le forze dell’Ordine erano entrate per arrestare 12 persone sospettate di essere scafisti: non per questo c’era stata opposizione da parte degli occupanti.
Le proposte che sarebbero state rifiutate dagli occupanti…
E’ stato detto che lo sgombero si è reso necessario perché gli occupanti continuavano a rifiutare le soluzioni proposte dal proprietario e dal Comune di Roma. Secondo “Ilsole24ore” la società a cui era stato affittato dalla Idea Fimit lo stabile, la Sea Servizi Avanzati s.r.l., si sarebbe impegnata a garantire alloggi alle 80 persone in condizione di fragilità (bambini, anziani non autosufficienti e disabili), ma dalle pagine de “Il fatto quotidiano” la notizia è smentita. Inoltre la soluzione sarebbe stata solo per 6 mesi senza alcuna garanzia per il dopo. Tra l’altro, visto che gli alloggi si troverebbero nel reatino, si possono già immaginare le polemiche e le proteste che sarebbero scoppiate se fossero stati ospitati i profughi piuttosto che i terremotati del centro Italia: in tutta probabilità si sarebbe reso necessario un altro trasferimento prima dello scadere dei 6 mesi.
Le persone che dormivano in strada e che ieri sono state sgomberate si ipotizza possano essere “ospitate” in due strutture una Torre Maura e una a Boccea: praticamente una comunità dilaniata. Ad ogni modo ad oggi non è dato sapere dove siano attualmente detenute le persone sgomberate ieri, bambini compresi portati in Questura.
Riferimenti