Il concetto di madre sufficientemente buona fu elaborato negli anni ’50 da Donald Winnicott. Ma le teorie psicologiche vanno sempre considerate nella cornice dell’epoca nelle quali esse vengono formulate. Nella società di Winnicott l’omosessualità era un tabù, le coppie omosessuali dovevano nascondersi ed era estremamente raro che gli uomini si occupassero da soli della cura e delle crescita dei figli. Si spiega così come mai per Winnicott (così come per altri autori quali Fairbairn o Bowlby) pronunciare concetti e teorie che individuassero nella donna e nella coppia eterosessuale gli assetti dove si potesse sviluppare la psiche di un bambino fosse estremamente naturale.
Ma le teorie psicologiche si sono modificate molto, sotto l’influenza di altri orientamenti (quali ad esempio gli approcci sistemico relazionali e l’infant research) e soprattutto dei grandi cambiamenti sociali che hanno visto il moltiplicarsi di tante forme diverse di contesti familiari. Man mano si è andato riconoscendo il ruolo del papà quale figura di attaccamento fin dai primi mesi di vita, cosa che fino a qualche decennio fa era riservata esclusivamente alla madre. Probabilmente anche Winnicott, Fairbairn e Bowlby sarebbero meno categorici nell’affermare il ruolo imprescindibile della madre nello sviluppo del Sé e dei Modelli Operativi Interni.
Inoltre, le recenti ricerche hanno dimostrato che non esistono differenze biologiche tra uomini e donne nello svolgere funzioni di holding emotivo del neonato, di base sicura o nel fornire modelli di assertività, indipendenza e determinazione. Piuttosto l’efficacia nello svolgere queste importanti funzioni genitoriali, dipende dall’adeguato sviluppo psico-affettivo dei genitori e dal sostegno psicologico che viene loro fornito. Determinante risulta anche la capacità di affrontare i compiti genitoriali senza ancorarsi a rigidi ruoli di genere, ma con flessibilità e complessità emotiva e relazionale che rende gli individui completi capaci di accogliere, educare, giocare, provvedere alle necessità concrete e quant’altro, indipendentemente dall’identità di genere.
In conclusione, non esiste alcuna teoria psicologica che asserisca che un bambino non possa avere uno sviluppo psicologico, affettivo e sessuale sano crescendo in una coppia composta da due uomini o da due donne, prima questo concetto verrà assimilato dalla società italiana e prima verranno meno inutili sofferenze dovute al pregiudizio e alla discriminazione verso le persone e le coppie omosessuali, nonché per le famiglie che andranno a costruire.